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Sarcofago di Ercole
Questo fantastico sarcofago, grande e monumentale, si trova del Museo Nardini di Velletri.
Le parole da sole probabilmente non renderebbero l’idea dell’eccezionalità di questo “monumento” funebre: sono all’incirca oltre due metri e mezzo di lunghezza, 125 cm di Ma quello che stupisce è la meticolosità del lavoro rappresentato su tutti i lati visibili, la stupefacente opera di merlettatura sulle quattro facce e sulle decorazioni del coperchio, ed inenarrabili senza il conforto delle immagini sarebbero le figure, delicatamente rese, dei personaggi: dalle divinità, ai geni, ai semidei, dalle effigi allegoriche, alle figurazioni architettoniche: telamoni e cariatidi che magistralmente dividono le scene; e pensare che le figure erano anche colorate in modo vivace, lo spettacolo era davvero fiabesco.larghezza e più di un metro e sessanta di altezza!
Ovviamente, è ben rappresentato il defunto nell’atto di pagare con l’obolo il viaggio verso il regno dei trapassati, diremmo noi ora, ad un addetto incaricato della riscossione che gli apre la porta degli inferi; interessante la patera per ricevere la moneta.E poi ecco i tritoni, il cielo, la luna, leoni, sfingi, aquile, pastori, protomi taurine; le divinità, appunto, con alla testa Giove, Plutone padrone di casa, Nettuno, Cerere, Minerva e Diana, e tanti altri; infatti i personaggi mitici sono talmente numerosi che andrebbero studiati a parte con le loro storie che trovano spazio nella letteratura di tutti i tempi con opere e commedie che ci deliziano dal Rinascimento, senza trascurare le opere dei tragici greci, romani ed ogni altro popolo dell’antichità che si è avvicinato a loro.
Le figure scolpite, così ci dicono e non abbiamo motivo per dubitarne, sono 184, ben riconoscibili ed identificabili con i loro attributi che le differenziano in modo chiaro, tanto da individuarne subito, diremmo il nome e la qualifica.
Perché questo capolavoro straordinario porta il nome di Sarcofago delle Fatiche di Ercole? O quello più severo di Sarcofago di Velletri? quest’ultimo è quello dato dalla letteratura archeologica internazionale e accettato dalla Comunità scientifica, in ogni trattato che ne parla; ma il successo e la conoscenza derivano dall’altro nome: dalla meraviglia delle storie rappresentate sui quattro lati che ci raccontano Ercole e le sue fatiche, che non sono solo dodici, ma molte di più; e noi che abbiamo illustrato spesso, alcune di queste prove nelle occasione capitate in giro per i Musei italiani, non potevamo ignorare questa opportunità di compendio delle prove dell’Eroe.
nov-18 Fig. 4 LATO CORTO - Copia
Di questo sarcofago non se ne sa granché, trovato più o meno casualmente durante l’estate del 1955: la data ufficiale è il 10 luglio, nella località di Colonnella di Velletri. Datato al II secolo d. C., fa emergere due diversi tipi di marmo e due diversi luoghi di provenienza, tanto da ipotizzare, forse (noi siamo dei semplici cronistorici), un differenziato lavoro di stile: sontuosamente greco, con provenienza dai dintorni di Atene e squisitamente romano, dalla zone della famosa Luni, ben nota fin dall’antichità per i suoi pregiati marmi ed ora conosciuta come Carrara, che assieme a Massa fa provincia altamente produttiva.
Infatti non possono essere che romani quei personaggi, meticolosi nelle fattura, pur sottilmente ingenua, che ci raccontano le meraviglie da noi sognate fin dall’adolescenza, di divinità, eroi, animali fantastici e i grandi affanni, i sudori e le angosce di un semidio fortissimo e quasi invincibile, preda però del Fato, quel destino che l’ha imprigionato per tutta la sua vita terrena.